Cinghiali: abbattimento o altre misure? Intervista a Stefano Taglioli

ABRUZZO – Sulla questione dei cinghiali l’opinione pubblica è divisa: una parte della popolazione ne chiede l’abbattimento, un’altra chiede misure di contenimento differenti per limitare la diffusione di ungulati che, tra l’altro, non sono neanche originari delle nostre zone. Si tratta di una vera e propria “emergenza cinghiali” che oltre ai noti danni agli automobilisti interessa anche gli agricoltori che vedono il proprio lavoro distrutto in una notte.

Dopo il recente avvistamento di due ungulati a Vasto, nella zona dell’Incoronata (GUARDA IL VIDEO), Abruzzo Globale ha deciso di intervistare Stefano Taglioli, ecologista del Gruppo Fratino Vasto.

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“Da tempo – dice Stefano – gli esperti segnalano che il problema dei cinghiali nasce dall’importazione di ungulati dell’Europa dell’Est ai danni di quelli locali (maremmani), più piccoli e con capacità di riproduzione ridotte”.

“C’è ben poco da fare, purtroppo. A mio avviso una soluzione per limitare almeno gli incidenti stradali potrebbe essere l’utilizzo di dissuasori sonori e luminosi, soprattutto nelle aree più interessate dagli attraversamenti improvvisi degli ungulati, come ad esempio alcuni punti della Strada Statale 16 a Vasto e Casalbordino, nei pressi della zona Pagliarelli e nei pressi del distributore Portobello“.

“Abbiamo superato ormai un numero limite di esemplari per poter tornare indietro. Anche gli abbattimenti sono inutili, anzi… secondo gli esperti sono perfino controproducenti in quanto i gruppi si disperdono e abbattendo la femmina “Alfa” del gruppo si permetterebbe a tutte le altre femmine del branco di andare in estro e quindi riprodursi, altrimenti sarebbero inibite”, continua Taglioli.

“Qualcosa può essere ancora fatto – sottolinea l’ecologista – per situazioni con numeri ridotti e ben localizzate. Per esempio a Vasto Marina si potrebbero prelevare gli esemplari con trappole e gabbie, evitando l’abbattimento. In ogni caso, i cinghiali sono abbastanza pericolosi per chi passeggia in compagnia di un animale domestico o magari è in bicicletta”.

Il problema è di difficile soluzione e la politica continua a promettere l’impossibile non facendo ciò che potrebbe essere utile davvero alla società come i dissuasori e gli aiuti economici agli agricoltori colpiti. Invece – secondo Taglioli -, la politica fa demagogia e promette abbattimenti, graditi a una certa parte dell’elettorato”.

“Non si nega il problema dei cinghiali – specifica Stefano -, noi ecologisti conosciamo bene il territorio e siamo i primi a chiedere interventi oculati e non populistici”.

Per quanto riguarda i comportamenti che la popolazione potrebbe assumere per ridurre la presenza degli ungulati, Taglioli sostiene: “I rifiuti sono un’attrattiva per ogni tipo di animale, occorre chiudere bene i cassonetti e non lasciare residui in giro. Questo è importantissimo per ridurre la presenza dei cinghiali nelle aree urbane e soprattutto è qualcosa che fa parte dell’educazione civica”.

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