CUPELLO – Cosa succede quando spirito di collaborazione, condivisione di intenti e obiettivi, sinergia, passione e tenacia si uniscono?
Nascono eventi – e con essi legami e relazioni – come quello che ha preso vita nel tardo pomeriggio di sabato 15 aprile a Cupello, durante il quale chi ha presenziato ha potuto provare e “toccare con mano” ciò che l’unione di tutti questi ingredienti può generare.
Un incontro somma di altri incontri e storie che messi insieme hanno fatto vibrare le corde più intime di coloro che hanno preso parte alla presentazione del libro “Perdona, Rinasci, Ama” della scrittrice Catia Acquesta, presentazione magistralmente moderata dalla giornalista e conduttrice televisiva nonché caporedattore del TG2 Elisabetta Migliorelli.
Cornice dell’evento, organizzato nell’ambito del Premio Letterario Emily Abruzzo “I mille volti della violenza“, un luogo divenuto simbolo costante di molte delle tappe che hanno segnato il cammino del concorso: la Sala Multimediale “E. Mattei” del Comune di Cupello, le cui mura hanno abbracciato un pubblico variegato – composto da circa un centinaio di donne, uomini, ragazzi e qualche bambino – che ha fatto la conoscenza di una donna e del suo viaggio. Un viaggio “attraverso la violenza ma anche e soprattutto verso la rinascita, l’amore, un amore per la vita, che parte e riparte dall’amore per se stessi” come lo ha introdotto la Migliorelli.
Dopo i saluti della Presidente dell’Associazione Emily Abruzzo – e dell’omonimo Premio Letterario – e Coordinatrice UNaVi Abruzzo Teresa Maria Di Santo, che si è detta estremamente “emozionata e contenta di tutto quello che sta succedendo e nascendo intorno al premio“, sono seguiti i saluti della Dirigente dell’ITSET F. Palizzi, la Prof.ssa Nicoletta Del Re, del Direttore Artistico del concorso Virginio Di Pierro e del Sindaco del Comune di Cupello Graziana Di Florio.
“Io credo che la vita sia fatta di incontri, incontri come quello di stasera a cui sono molto felice di partecipare” ha esordito la Del Re “Se vogliamo costruire una civiltà migliore, l’unica strada è quella della cultura che passa anche attraverso questi incontri, incontri anche con il mondo esterno alla scuola, incontri da cui imparare. E io stasera voglio imparare dalle vostre parole ed esperienze“.
Alle parole della Dirigente hanno fatto eco quelle di Di Pierro che ha dichiarato: “Io ho avuto il bellissimo compito di organizzare questo Premio Letterario e grazie a tutto ciò ho fatto bellissimi incontri. Con persone che non conoscevo e con le quali passo dopo passo condivido la soddisfazione dei traguardi raggiunti“.
Il benvenuto agli ospiti da parte del Sindaco di Cupello Graziana Di Florio che ha affermato di essere “felicissima di essere presente all’evento”, sottolineando quanto “il Comune accolga con entusiasmo questo tipo di eventi”, ha successivamente lasciato il posto al “cuore” della serata: la presentazione del volume edito da CaEdizioni.
Dopo la lettura delle primissime righe del libro a cura di Alessandro Corrado, studente della cl. 3^ B della Scuola Secondaria di primo grado del plesso di Cupello dell’I.C. Monteodorisio, le parole della Migliorelli hanno introdotto il tema della discussione.
Un tema forse “difficile” da far capire e trasmettere ai più giovani presenti tra il pubblico ma che, grazie alla delicatezza degli interventi e al sorriso dell’autrice, è emerso scarno da qualsiasi pesantezza e crudità. E proprio di “delicatezza” ha parlato la conduttrice televisiva definendo il volume “un pugno nello stomaco scritto con una delicatezza fantastica, un libro che ti mette davanti la vita ma con uno stile diverso dalla cronaca.“.
A partire da tale affermazione ha avuto inizio il dibattito.
Come in un concerto di voci perfettamente accordate tra loro, voci di donna, di donne, l’autrice, Catia Acquesta, Valentina Jannacone, membro del Direttivo UNaVi e coordinatrice per la Regione Liguria, Maria Francesca D’Agostino, Presidente della Commissione per le Pari Opportunità della Regione Abruzzo, e Teresa Di Santo sono man mano intervenute per rispondere alle domande poste loro dalla Migliorelli. Domande che, attraverso le parole del titolo del volume – parole collegate tra loro – hanno tracciato il viaggio compiuto dalla Acquesta, un viaggio partito dalla violenza ma che, passando attraverso l’amore e il perdono, ha permesso lei di rinascere e vivere una nuova vita.
Laureata in Giurisprudenza all’Università di Roma “La Sapienza”, giornalista professionista, scrittrice, autrice ed editrice, la Acquesta è Direttore Responsabile delle Testate Giornalistiche dell’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità del Comune di Roma Capitale e da vent’anni combatte per la difesa delle donne e a sostegno delle donne vittime di violenza di genere. Combatte raccontando la propria testimonianza e voglia di vivere che passa e si esprime prima di tutto attraverso le sue passioni: il giornalismo e la scrittura in primis.
“Grazie per tutte le emozioni che mi regalate.” ha esordito l’autrice alla fine di una giornata intensa iniziata con l’incontro con gli studenti dell’ITSET Palizzi di Vasto. “Ho scritto questo libro perché credo che il perdono sia la prima cosa che ci occorre per raggiungere la felicità. Per raggiungerla dobbiamo fare dei percorsi e “Perdona, Rinasci, Ama” è nato da un percorso di dolore teso alla rinascita. Se sono qui è perché dal tunnel si può uscire. Le violenze posso essere superate coltivando le proprie passioni. Esse aiutano a credere che qualcosa ancora c’è.” ha affermato la Acquesta sostenendo con convinzione che la prima regola per ripartire è credere nei propri sogni.
“Quello in cui credo ce l’ho dentro e dal mio dolore è arrivata la trasformazione. Per anni mi è stato impedito di fare quello che faccio ora, la giornalista.” ha aggiunto “Il mio è un messaggio positivo di rinascita. Basta volerlo pensando e partendo da un amore per se stessi.”.
Un amore fatto di tanti puntini e parole colorati, scritti su un foglio bianco dai quali dipende la nostra felicità. “Un foglio bianco” è proprio il titolo di uno dei capitoli del libro: “Coltivare le passioni ci salva la vita” è la frase – breve ma efficacissima – con cui esso ha inizio.
“Bisogna riempire la propria vita di tutto ciò che ci colpisce, di tutto ciò che è bello. È una cosa fondamentale, perché ci aiuta anche a riconoscere i campanelli d’allarme, ci permette di capire quando una storia ci fa del male e ci permette di staccarci da essa” ha detto a riguardo la Acquesta, introducendo anche un altro concetto, quello del perdono.
“Le cose accadono e noi dobbiamo accettarle e superarle, mettendo in atto tutta la forza che regna dentro di noi e agire nel perdono, nel bene e coltivando i nostri pensieri belli.” ha dichiarato, aggiungendo: “Il perdono è in assoluto la cosa più difficile e la soluzione alla nostra felicità. Il perdono è un dono che facciamo a noi stessi e agli altri, anche se l’altro non se lo merita.E il dono che facciamo a noi stessi è fondamentale perché bisogna iniziare a pensate a se stessi e a recuperare il tempo perso.” ha sostenuto l’autrice concludendo che “Il rancore e la rabbia ci uccidono, sono sentimenti che rappresentano armi letali.” mentre “Il perdono appartiene all’amore per la vita e l’amore per la vita appartiene al nostro Sé”.
Il perdono crea le condizioni per la rinascita.
Quella rinascita che per la Acquesta ha avuto inizio con la città di Roma che le “ha ridato il sorriso” e che è stata testimone del suo percorso di cambiamento, fatto di tappe e strategie alla cui base c’è l’idea che siamo noi gli “attori” della nostra vita e spetta a noi cambiare tutto, per vivere il più serenamente possibile: “A Roma ho ricominciato da zero, piano piano, ricominciando da me stessa. Non è mai troppo tardi per essere felici e dobbiamo cercare di prendere il meglio dalle cose che ci accadono.” ha affermato.
E ha poi aggiunto, con tutta l’emozione e la commozione visibile nello scintillio degli occhi ritratti dalle foto scattate dal fotografo d’eccezione Antonino Vicoli: “Quando rinasci e ricominci ad amare sei molto più forte e consapevole , più determinata rispetto a quando eri entrata nel tunnel. La forza di coltivare le mie passioni mi ha aiutata tantissimo. Ho capito quanto è bello vivere. Non dobbiamo rinunciare a farlo.”
Agli interventi della scrittrice, durante il dibattito, si sono innestati quelli delle altre donne che hanno presenziato e che hanno contribuito a dar forza ai concetti cardine attorno cui ruota il volume e in generale le mission delle Associazioni promotrici dell’evento.
“La storia di cui parla Catia è la storia di tante e tanti, vittime di violenze. Perché c’è anche la violenza sugli uomini che non fa notizia e viene percepita diversamente ma che è fatta comunque di violenza fisica e psicologica” ha esordito Valentina Jannacone parlando di amore, di parità e libertà.
“Spesso c’è un ritardo nel rendersi conto, si giustifica, ci sono ricadute. Ci sono persone che rinascono come Catia, altre che non rinascono e altra ancora che rinascono per un pò prima di ricaderci.” ha aggiunto, citando come esempio la storia di Beatrice Paola Fraschini, una delle vittime sostenute dall’Associazione UNaVi – di cui la Jannacone è membro del Direttivo. “Maltrattata per quattro giorni, Beatrice si è lanciata dal quarto piano e poi ha trovato la forza di reagire; e adesso fa volontariato aiutando altre vittime. Insomma c’è speranza ma bisogna avere una grande consapevolezza”, ha concluso.
Quella consapevolezza che, legata all’educazione, permette di riconoscere la violenza e riuscire a trovare la strada per la salvezza.
“Il maltrattante non nasce maltrattante ma ci diventa ed esistono dei campanelli d’allarme che permettono di riconoscere la violenza” ha asserito la Presidente della Commissione per le Pari Opportunità della Regione Abruzzo Maria Franca D’Agostino, rispondendo alla domanda della Migliorelli incentrata su come riconoscere la violenza.
“Si tratta di tecniche che, studiate a tavolino, isolano la donna.” ha precisato la D’Agostino. “Campanelli d’allarme sono da osservare e ricercare anche nei ragazzi per correggere gli “errori” in tempo utile” ha aggiunto poi sottolineando l’importanza della promozione di incontri come quello di Cupello che aiutano a far conoscere e riconoscere casi di violenza.
A evidenziare ancor di più l’importanza dell’educazione alla non violenza dei giovani, le parole di Teresa Maria Di Santo che tra i ragazzi vive costantemente, essendo anche docente di Scuola Secondaria.
“Se noi educhiamo i giovani, loro possono andare contro la violenza. E il Premio letterario Emily rappresenta il tassello che mancava all’azione dell’Associazione. Il tassello legato alla conoscenza. Vogliamo che i ragazzi riscoprano il piacere della lettura” ha affermato la Di Santo facendo riferimento all’incontro del sabato mattina tenutosi presso l’ITSET Palizzi di Vasto.
“Mi ha colpito l’emozione visibile dei ragazzi ma sopratutto l’elaborazione di quanto è stato letto in classe del libro che presentiamo stasera.” ha detto raccontando un episodio avvenuto con gli alunni. “Ho chiesto ai ragazzi se secondo loro il perdono è un sentimento e insieme abbiamo concordato che il perdono è una scelta. Motivo per cui credo che soltanto educando all’ascolto e all’osservazione, i ragazzi possono riconoscere la violenza. È importante aprire sportelli antiviolenza ma il principale obiettivo dell’Associazione è la formazione. E il Premio è indicativo di ciò: c’è tanta gente che ha bisogno di parlare di violenza, sia tra gli adulti che tra i giovani. E i tanti libri arrivati e in concorso lo dimostrano.”
Tante le emozioni, tante le parole a conclusione di una serata e di un evento che, dopo le dichiarazioni di ringraziamento e orgoglio del Presidente del Consiglio Comunale di Cupello Filippo D’Angelo e la lettura di ulteriori stralci del volume da parte della studentessa Giorgia Garofalo, hanno trovato una comune unione nell’abbraccio virtuale di un selfie scattato dalla Acquesta, un selfie “curativo” proprio come lei stessa intende un abbraccio, quell’abbraccio che “può curare tutto quello che qualcuno ha distrutto”.
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