PESCARA – Cittadini che sentono colpi di fucile in prossimità delle abitazioni o all’interno dei propri terreni, senza preavviso né rispetto delle procedure previste per garantire l’incolumità pubblica, come la circoscrizione delle aree interessate e l’interdizione temporanea al transito di persone e veicoli.
Per il Movimento 5 Stelle l’ordinanza del sindaco di Pescara, Carlo Masci, risalente a febbraio, finalizzata all’abbattimento di oltre cento cinghiali in città è un “provvedimento immorale e sbrigativo” che “sta sollevando pericoli e problemi di incolumità pubblica”.
La questione è stata affrontata in Commissione Controllo e Garanzia al Comune, con l’attenzione alle tante segnalazioni arrivate da cittadini e associazioni animaliste. Il Movimento 5 Stelle Pescara parla di “interventi spesso fuori controllo da parte delle Guardie Venatorie Volontarie incaricate degli abbattimenti”.
“L’ordinanza – afferma il consigliere Paolo Sola (M5s) – prevede che tutte le operazioni vengano coordinate dalla Polizia Municipale, da cui dovrebbe transitare ogni segnalazione e ogni conseguente via libera all’intervento, cosa che spesso invece pare lasci il posto a iniziative autonome delle guardie incaricate che, di fatto, rischiano di scatenare un vero e proprio far west in centri anche altamente abitati. Un aspetto colpevolmente trascurato nella stesura dell’ordinanza che, da quanto emerso in Commissione, non ha visto alcun coinvolgimento né della Polizia Municipale né dell’assessore o del garante comunale dei diritti animali, qualificandosi di fatto come iniziativa individuale del sindaco, in capo al quale andrebbero ascritte le responsabilità di eventuali conseguenze negative dell’ennesima scelta superficiale e sbrigativa”. Il M5s condanna “una scelta di fondo immorale che non è altro che la derivazione ignorante dell’emendamento vergognoso alla Legge di Bilancio 2023 con cui il Governo Meloni ha di fatto aperto alla caccia indiscriminata nelle città e nelle aree protette. Un segnale devastante” conclude il consigliere, sottolineando che l’obiettivo del contenimento della popolazione degli ungulati “potrebbe essere perseguito con scelte etiche e rispettose dell’animale”.
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