Quanto conta il lavoro: un Primo Maggio tra proteste e proposte

di FABRIZIO SCAMPOLI

Quale sarà l’eredità che il Primo Maggio ci lascerà in questo 2023?
Di problemi, in realtà, ce ne sono molti, a cominciare dai dati relativi agli infortuni sul lavoro.
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail nel primo trimestre 2023 sono state 196, sette in più rispetto alle 189 registrate nel primo trimestre 2022, 11 in più rispetto al 2021, 30 in più rispetto al 2020 e 16 in meno rispetto al 2019.
A livello nazionale i dati rilevati al 31 marzo di ciascun anno evidenziano per il primo trimestre 2023 rispetto al pari periodo 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento dei casi mortali in itinere, scesi da 51 a 48, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 138 a 148. L’aumento ha riguardato solo l’Industria e servizi (da 160 a 168 denunce), mentre l’Agricoltura registra 20 decessi come nel primo trimestre 2022.
Secondo le analisi statistiche, ogni anno si verificano in Italia più di un milione di incidenti sul lavoro con conseguenze che provocano quasi 25.000 invalidità permanenti e più di 1.200 morti. Ciò equivale a dire che ogni giorno tre persone muoiono sul lavoro.

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Domani, primo maggio, il consiglio dei ministri varerà alcuni provvedimenti nel Decreto Lavoro che riguardano proprio il mondo della produzione: in primis, saranno irrobustite le buste paga dei dipendenti a basso reddito con un nuovo taglio del cuneo fiscale, la cui entità è da stabilire.

Oltre a ciò, appare inevitabile la riforma del Reddito di cittadinanza, su cui sono pronti già gli strali delle opposizioni. Secondo le ultime bozze circolate, la misura di sostegno alle fasce più deboli economicamente si dividerà in tre: da un lato la Garanzia per l’inclusione (Gil), dall’altra due strumenti per le politiche attive del lavoro, la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal, transitoria fino a fine anno) e la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal).

Inoltre, saranno corretti, al ribasso, gli importi per i cosiddetti “occupabili” che riceveranno al massimo 350 euro al mese e saranno obbligati ad accettare le proposte di lavoro di almeno un mese pena la perdita del beneficio. Col decreto si dovrebbe anche sanare il buco normativo creato con la manovra, che aveva cancellato il reato per chi riceveva indebitamente l’assegno, con un inasprimento delle sanzioni per dichiarazioni false e truffe con pene fino a 6 anni di carcere.
Dovrebbero anche essere proposti una serie di altri interventi, dalla tutela dell’Inail agli studenti impegnati nel percorso scuola-lavoro, agli incentivi per le assunzioni dei neet under 30, fino al raddoppio della soglia delle deduzioni per i contributi di colf e badanti. Tutte misure che devono fare però i conti con le coperture.

Come si vede, di sfide sul carnet del Governo in tema lavoro ce ne sono davvero tante. Terminati i discorsi e le manifestazioni, calato Il sipario sul concertone del Primo Maggio, è davvero il caso di rimboccarsi le maniche e darsi da fare.

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