ABRUZZO – Oltre a contribuire al benessere individuale fisico e psico-motorio, lo sport è un collante sociale fondamentale per le comunità. Soprattutto nelle aree più periferiche del paese, dove produce un impatto positivo sulla socialità, l’inclusione e l’aggregazione.
La pandemia ha segnato uno spartiacque per la pratica sportiva, in Italia come in Abruzzo. Negli anni segnati dal Covid-19, infatti, quasi 9mila abruzzesi hanno rinunciato a fare sport, con ricadute negative sia sul benessere collettivo che sulla salute individuale. Lo stop reso necessario dal contenimento dei contagi ha ridotto la pratica sportiva durante la pandemia, specialmente tra i più giovani. Nello stesso periodo si è assistito alla scomparsa di numerose realtà territoriali.
Per queste ragioni il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e il piano nazionale complementare (Pnc) prevedono investimenti in questo ambito, nelle grandi città come nei piccoli comuni. Si tratta di cifre consistenti che, come vedremo, non nascondono alcune criticità.
76 milioni € i fondi del Pnrr e del Pnc per lo sport destinati all’Abruzzo.
Lo sport prima e dopo la pandemia
Per l’attività sportiva il periodo pandemico è stato critico. Nel 2021, infatti, l’Istat contava circa 20 milioni di sedentari in Italia.
Questa dinamica ha colpito soprattutto i minori. Prima della pandemia infatti, tra giovani e giovanissimi era più frequente svolgere attività sportiva in impianti al chiuso, in contesti strutturati e con sport di contatto.
Con la pandemia i giovani sono stati più penalizzati nell’attività sportiva.
Negli anni dell’emergenza per gli adulti è stato più semplice reindirizzarsi verso attività individuali o comunque che non prevedevano il contatto fisico e da svolgere preferibilmente all’aperto e in contesti non strutturati. Tanto che in questa fascia di popolazione il numero di praticanti è addirittura aumentato. Molti giovani invece non hanno ripreso a praticare sport nemmeno dopo la fine delle fase più critica dell’emergenza.
Basti pensare che se nel 2019 i bambini e le bambine tra 6 e 10 anni che non praticavano sport erano il 18,5% del totale, questa percentuale è salita al 24,9% nel 2021. Si è verificata la stessa dinamica nei pre-adolescenti (11-14 anni), con aumento dei giovani sedentari di quasi 6 punti percentuali (dal 15,7% al 21,3% in due anni).
È ragionevole pensare che si sia innescata una spirale negativa, con la chiusura delle molte associazioni sportive meno strutturate ad affrontare il momento di crisi. Ciò ha spesso lasciato sguarniti i territori di presidi sociali fondamentali, soprattutto nelle aree spopolate o nelle zone periferiche dei grandi centri urbani.
Tale dinamica non ha risparmiato nemmeno l’Abruzzo. Secondo i dati del Coni infatti ben 14 associazioni sportive dilettantistiche abruzzesi sono scomparse tra il 2019 e il 2020. Ma ancora più impressionante è la riduzione del numero di praticanti.
-8.844 gli atleti praticanti di discipline affiliate a federazioni sportive nazionali o discipline sportive associate tra il 2019 e il 2020 in Abruzzo.
“I vantaggi della pratica sportiva nei piccoli paesi sono innegabili, anche il semplice giocare a bocce la domenica è fondamentale per la comunità”, afferma a Abruzzo Openpolis Paolo Eusani, da 11 anni sindaco di Prata d’Ansidonia, comune montano di 400 abitanti a una trentina di chilometri da L’Aquila.
A Prata da anni è attiva una squadra di calcio, il Peltuinum, una delle poche sopravvissute in zona: “Tenere in piedi un’associazione sportiva da queste parti è difficilissimo – dice il sindaco – per i costi dell’attività, la gestione degli impianti e la mancanza di giovani. Ma tra tutte le difficoltà continuiamo a sostenere lo sport in paese”.
Cosa prevede il Pnrr per lo sport
Senza considerare gli interventi sulle palestre scolastiche, il piano nazionale stanzia 700 milioni di euro per interventi su impianti sportivi, affidati al dipartimento per lo sport della presidenza del consiglio dei ministri. Nel Pnrr, infatti, c’è una misura che punta a incrementare l’inclusione sociale con la realizzazione o la rigenerazione di impianti sportivi che favoriscano anche il recupero di aree urbane.
I fondi per lo sport vanno in larga misura ai comuni capoluogo.
La metà dei 700 milioni per lo sport nel Pnrr riguarda la realizzazione di nuovi impianti. Altri 188 milioni di euro saranno impiegati per la rigenerazione di impianti già esistenti. Infine, 162 milioni sono stati destinati alle federazioni sportive nazionali per impianti di loro interesse.
Un primo elemento critico nel riparto delle risorse riguarda la priorità data ai centri più popolosi del paese.
Al fine di conseguire il miglior risultato per il Paese e valorizzare quanto più possibile l’utilità degli interventi realizzabili nell’ambito del PNRR […] Sono stati quindi definiti i criteri per la selezione dei soggetti ammissibili sulla base della popolazione residente, definendo così i requisiti e gli importi massimi degli interventi finanziabili in relazione alla dimensione demografica di appartenenza degli enti.
Appare quantomeno singolare l’aver escluso i piccoli comuni dall’accesso a questi fondi. Enti che sorgono magari nelle aree interne o comunque in zone deprivate. Come se in questi territori non ci fosse la necessità di intervenire.
Lo scorso marzo, con l’ultimo avviso pubblicato si è cercato di porre rimedio a questa criticità, considerando che risultavano ancora da assegnare circa 30 milioni di euro. Il governo ha quindi disposto il finanziamento di una nuova linea di intervento inizialmente non prevista: la cosiddetta “terza linea“.
Delineato questo quadro, possiamo affermare che all’Abruzzo sono andati in totale circa 18 milioni di euro di fondi Pnrr. Cifra che lo pone al 14esimo posto nel confronto con le altre regioni italiane. A queste risorse si deve aggiungere poi circa 1 milione e mezzo di fondi in co-finanziamento.
Delle risorse destinate all’Abruzzo, 10,3 milioni sono stati stanziati per nuovi impianti, 3,5 milioni per rigenerazione di strutture già esistenti e 5,6 milioni rientrano nella “terza linea”. In quest’ultimo caso parliamo di 218 interventi.
Altri interventi in tema di sport per quanto riguarda l’Abruzzo saranno finanziati anche con una parte delle risorse stanziate appositamente per la ricostruzione nell’ambito del fondo complementare.
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All’interno di questa misura infatti è presente una sotto-voce dedicata specificamente al finanziamento di interventi su percorsi, cammini e impianti sportivi. In questo ambito, i progetti selezionati in Abruzzo sono in totale 111 per un valore complessivo di circa 56,6 milioni. Tenendo in considerazione anche queste risorse possiamo concludere che i fondi destinati alla regione per lo sport superino complessivamente i 76 milioni di euro.
In alcuni casi i fondi (specie nel caso di cammini e sentieri) coprono il territorio di più comuni. In queste circostanze risulta impossibile ripartire le risorse tra i diversi territori. Fatta salva questa eccezione, possiamo osservare che i comuni che ricevono più fondi a favore dello sport sono tre dei quattro capoluoghi: L’Aquila (14,2 milioni di euro), Teramo (circa 5) e Pescara (3,8). Tra i comuni non capoluogo, a ricevere più fondi è Montesilvano (2,5 milioni). Seguono Montorio al Vomano (2,3 milioni) e Popoli (1,86 milioni).
A livello di singoli interventi sono ben 17 quelli dal valore di almeno 1 milione di euro. Il più consistente riguarda il comune di Pescara. Qui saranno investiti 3 milioni per la realizzazione di un impianto sportivo polivalente in via Di Girolamo. A Montesilvano invece i 2,5 milioni assegnati serviranno per la realizzazione di un centro polifunzionale per lo sport e l’aggregazione giovanile.
Il terzo intervento più consistente riguarda il comune di Teramo. Qui infatti sarà realizzato un investimento da 2,2 milioni per la riqualificazione delle piscine comunali e dell’impianto sportivo in via Acquaviva. In questo caso però il comune contribuirà all’intervento con 1,2 milioni di euro.
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