CHIETI – “L’Affido familiare quale atto di vero amore che una famiglia dona a quella di origine del bambino-ragazzo in un riconosciuto momento di fragilità: è il punto focale di un tema delicato quanto complesso, quale è appunto l’istituto dell’affido, e sul quale urge un approfondimento, anche di natura normativa. Se ne è discusso a Cheti, nell’ambito di un convegno che si è svolto nella sala della ‘Capanna di Betlemme’ e organizzato dal coordinatore della Comunità, Luca Mattia Fortunato, che ringrazio per avermi inviata, per aver posto al centro del dibattito il fondamentale punto di vista, e per il prezioso supporto nella raccolta dei dati inerenti le famiglie disponibili all’affido familiare ”.
E’ quanto afferma la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Abruzzo, Maria Concetta Falivene, la quale in punta di diritto ricorda come “la legge 184 del 1983 abbia previsto – nell’ottica della vera solidarietà – il programma di supporto alla famiglia di origine e l’affidamento familiare quali atti prodromici all’affido del minore nelle strutture residenziali, e come altresì il legislatore abbia individuato l’affidamento ai servizi sociali – da parte del Tribunale per i Minorenni ex art 25 rd del 1934 n.1404 – esclusivamente per minori cosiddetti irregolari per condotta o per carattere e non anche per coloro che vivono una conflittualità genitoriale”.
“Sono certa – dichiara ancora Falivene – che riusciremo, insieme, a promuovere ed attuare in modo concreto tale preziosissimo Istituto che ha rappresentato per molti anni una risorsa dimenticata, tra dati non aggiornati e famiglie lasciate sole nella fragilità, con l’obiettivo di far assumere all’affido finalmente l’auspicata dimensione sociale che gli spetta. Colgo l’occasione per sottolineare l’opera quotidiana di supporto alle persone più deboli che svolge Luca Fortunato – ha proseguito la Garante – generando, negli anni, una vera rete di encomiabile solidarietà ed è stato per me un vero onore aver potuto essere partecipe di iniziative di cura, assistenza e di reintroduzione ad una vita fatta di valori veri. Ringrazio, inoltre, l’associazione ‘Affidati’ e tutte le realtà associative delle famiglie affidatarie che insistono sul territorio abruzzese, per il puntuale e costante supporto che forniscono sulla materia”. Presenti al convegno, oltre all’assessore comunale alle Politiche sociali, Mara Maretti, e al presidente dell’associazione ‘Affidati’, Franco Silvestri, anche Maria Antonietta Ferretti della stessa associazione ‘Affidati’ che ha messo in risalto come “non si accolga solo il bambino ma anche il papà e la mamma che vanno aiutati per il maggior bene del minore”, mentre Francesca D’Atri, assistente sociale del comune di Chieti ha rimarcato come non si debba procedere “a una sostituzione della famiglia di origine ma ad un appropriato supporto da fornire alla stessa e al bambino”. “Di gran valore è stata la partecipazione di Nazzareno Coppola – riferisce ancora la Garante – che oltre a presentare il suo libro ‘Ho imparato ad aspettare’ ha raccontato il tour che l’associazione ‘Progetto Famiglia’ di Imperia ha deciso di realizzare in giro per l’Italia. C’è necessità, infatti, di testimoniare l’esperienza dell’affido e dell’accoglienza, senza pregiudizi sottolineando anche le difficoltà che tali percorsi comportano, ma anche la gioia che si riceve nel vedere un bambino accolto trasformarsi in un adulto con un adeguata capacità e acquisizione di consapevolezza di vivere nel mondo” conclude Falivene.
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